Il potere della parola. Gli Inferni di Anton Francesco Doni
DOI:
https://doi.org/10.6092/issn.2724-5179/14636Parole chiave:
Doni, Inferni, Utopia, Giustizia, Punizione, Etica, Ambivalenza, EquitàAbstract
Ad alimentare gli Inferni, edito da Anton Francesco Doni nel 1553, è la coscienza infelice della condizione umana e il desiderio di rivalsa dalle ingiustizie patite. Evidente, dunque, è l’intento polemico dell’opera, rappresentazione trasfigurata dei vizi terreni e ‘prefigurazione’ dei castighi riservati a chi ha smarrito un’etica del vivere. Ma a connotare gli Inferni è altresì la sua natura duplice e contraddittoria, evidente nell’immagine della ruota del supplizio eterno: pur veicolando immagini di fiera crudeltà, questo simbolo ambivalente rivela la sua affinità col cerchio, emblema di perfezione, nell’oscillazione fra mondo del divenire e dell’eterno ritorno e nel moto che ora eleva, ora abbassa, apparentabile a quello della giustizia. È come se l’autore, in risposta all’utopia disattesa dei Mondi (1552), non potesse che concepire un’antiutopia in cui concretizzare quegli ideali di uguaglianza e rettitudine altrimenti irrealizzabili.
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